MONTE CAPRETTO – 474 m
ROCCE ROSSE – 471 m
MONTE PEZZULANO – 466 m
Settore: Alpi Cozie
Gruppo: Dorsale Orsiera-Rocciavrè
Descrizione
La conca dove si trova il suggestivo paese di Avigliana è delimitata sul lato nord-occidentale da un piccolo anfiteatro di colline. Tre sono le cime principali: il Monte Capretto, le Rocce Rosse e il Monte Pezzulano, su cui sorgono i ruderi dell’antico Castello di Avigliana. Si tratta di piccole gobbe arrotondate di boschi e rocce affioranti, poco appariscenti se non per l’imponente sagoma del castello che sovrasta il paese di Avigliana; sono tuttavia abbastanza frequentate per i vasti panorami, che si spingono dalla conca dei Laghi di Avigliana alle montagne della Val di Susa e alla pianura torinese. Su tutte e tre le vette, grandi pannelli fotografici indicano i vari monti e le varie località visibili.
Partendo da sud-ovest, la prima cima che si incontra è il Monte Capretto (474 m), la più alta delle tre. La vetta è un pianoro erboso, avvolto dal bosco sul lato occidentale, e sorretto da pareti rocciose sul versante opposto. C’è poi il dosso delle Rocce Rosse (471 m), che culmina con una caratteristica cresta rocciosa rossastra; sui roccioni sommitali si trova una targa in ricordo di Franco Grottanelli, fondatore del Club Alpino Accademico Aviglianese.
Il Monte Pezzulano (466 m) è la meno elevata delle tre vette, ma è la più importante in quanto ospita i ruderi del Castello di Avigliana. Il castello venne fatto edificare nel 924 da Arduino il Glabro, marchese di Torino. Divenne presto uno dei centri di comando e di controllo più importanti di tutta la regione; numerose volte fu saccheggiato, distrutto e poi ricostruito, e ospitò vari nobili di una certa importanza. Venne distrutto per l’ultima volta nel maggio del 1691 dai francesi del maresciallo Catinat. Oggi ne rimangono solo pochi ruderi, che circondano il panoramico pianoro prativo sommitale.
La presenza dei ruderi dell’antico castello ha fatto fiorire alcune curiose leggende su questa altura. Una di queste riguarda un fantomatico tesoro, che sarebbe stato trafugato dai francesi nella battaglia del 1691 e sepolto da qualche parte nei pressi del castello. Ci sarebbe addirittura un grosso masso con indicata la direzione per trovarlo. Altre leggende parlano di apparizioni di spettri; la più nota è quella di Filippo II d’Acaja, il principe ribelle che aveva governato Torino intorno alla metà del 1300. Nel 1368 Filippo fu realmente imprigionato nel Castello di Avigliana, e poi fu condannato a morte e fatto annegare nei vicini laghi. Pare che il suo spettro aleggi ancora sulla superficie dei laghi e infesti la collina del castello.
Vie d’accesso
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