PENNA DI SUMBRA – 1769 m
Settore: Alpi Apuane
Gruppo: Gruppo del Monte Pisanino
Descrizione
La Penna di Sumbra (1769 m), detta anche semplicemente Monte Sumbra, è una delle più belle montagne apuane. Si eleva imponente e solitaria sul contrafforte che divide la valle della Túrrite Secca dalla valle del Torrente Edron, ben distaccata dallo spartiacque principale apuano; la sua sagoma cambia parecchio a seconda del versante da cui la si guarda, ma da ogni prospettiva rimane sempre una montagna inconfondibile. Da ovest appare come un imponente roccione dalla forma conica o piramidale; da sud-ovest sembra invece un panettone dalla forma squadrata; da sud fa bella mostra della sua gigantesca parete meridionale, mentre da nord assume una forma triangolare, con un lato quasi verticale e uno molto più dolce.
La montagna è dirupata su tre lati: a nord, a ovest e a sud. Il suo versante più spettacolare è comunque quello meridionale: un’enorme parete rocciosa marmorea, liscissima e quasi verticale, che precipita per alcune centinaia di metri verso il fondovalle della Túrrite Secca. Questa parete è caratterizzata da alcuni evidenti circhi, probabilmente di origine glaciale. Alla sua base si trovano i selvaggi canaloni del Fosso dell’Anguillara e del Fosso delle Comarelle, i cui letti sono caratterizzati da spettacolari marmitte erosive.
La vetta è costituita da un vasto cupolone erboso, sul cui culmine si trova una grande croce metallica un po’ malandata, posta su un piedistallo in cemento. Visto che la Penna di Sumbra rimane un po’ distaccata dalla catena principale apuana, il panorama dalla vetta è molto vasto e interessante: si abbraccia tutta la Garfagnana, con vista aerea sul Lago di Vagli e gran bel panorama su tutto l’Appennino Tosco-Emiliano dal Monte Orsaro fino al Corno alle Scale; più in là si scorgono i crinali appenninici che culminano con il Pratomagno e il Monte Falterona; si ha una bella vista di tutta la catena apuana, con il mare, le isole toscane e la Corsica sullo sfondo; dietro alle vicine vette del Fiocca, del Sella e della Tambura si scorgono alcuni pezzi del Golfo Ligure, con il suo Appennino e, in lontananza le Alpi Liguri e Marittime.
La Penna di Sumbra è accessibile da due versanti: la via più facile percorre il lungo costolone est, relativamente dolce e in gran parte erboso, con partenza da Capanne di Caréggine o dalla Maestà del Tribbio. Un altro accesso si ha sul versante opposto, con la breve via ferrata “Ricciardo Malfatti” (in realtà un sentiero attrezzato molto facile nel suo genere), che risale un ripido canalino di erba e rocce all’interno della breve parete sud-ovest della montagna. Sull’enorme parete meridionale si svolgono alcune arditissime vie d’arrampicata, tra le più difficili delle Apuane, tuttavia poco ripetute a causa della scarsa qualità della roccia.
Proprio la scarsa qualità della roccia ha permesso che l’ambiente naturale della Penna di Sumbra si conservasse quasi perfettamente: la montagna è prevalentemente costituita da marmo, ma non è mai stata interessata da attività estrattive. Un’unica piccola cava si trovava sul versante sud-est, in località Comarelle; abbandonata da tempo, questa cava è oggi raggiungibile dagli escursionisti percorrendo una ripidissima via di lizza. Comarelle a parte, comunque, il Sumbra è una felice eccezione nella catena apuana, ormai improntata troppo a fondo dalle attività estrattive.
Il toponimo (in origine “sòmbora”) dovrebbe derivare dalla forma che assume la montagna se vista da Vagli: un gigante accucciato sulla sua stessa ombra.
Vie d’accesso
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