Acquasanta – Torrente Ceresolo – Passo del Turchino

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: 500 m circa
Dislivello in discesa: 50 m circa
Tempo: 2 – 2.30 ore
Ultima ricognizione: Luglio 2012

Compreso tra i massicci montuosi della Scaggia e del Béigua si trova un poco conosciuto sistema di colline e piccole montagne boscose, le cui appartate valli sono ricche di tracce di insediamenti umani abbandonati (vecchie cascine, mulini, fasce abbandonate). Le valli principali della zona sono quelle dello stesso torrente Léira e quella del Torrente Ceresolo (affluente del Rio Martino). Il percorso qui descritto attraversa questo appartato paesaggio con bei panorami sui massicci montuosi sovracitati.

Accesso

a) In treno si raggiunge la stazione di Acquasanta (linea Genova-Ovada-Acqui), da cui per stradina asfaltata o per mulattiera che ne taglia i tornanti si scende al Santuario.
b) In treno fino alla stazione ferroviaria di Genova Voltri, quindi con l’autobus 101 o 101/ si sale al Santuario dell’Acquasanta.
c) In automobile si esce al casello autostradale di Voltri, poi si prosegue lungo l’Aurelia in direzione Savona. Dopo 1 km si gira a destra (indicazioni) lungo la ex-SS456 del Passo del Turchino. A Mele si gira a destra e, risalendo la valle del Rio Martino, si raggiunge Acquasanta (153 m).

Acquasanta è un piccolo centro posto nella profonda valle del Rio Martino, ai piedi dei contrafforti della Baiarda e della Punta Martín. È dominato dall’omonimo Santuario, tra i più amati e frequentati dai genovesi di ponente.
Nella zona il culto risale a tempi preistorici, per via della sorgente di acqua sulfurea che sgorga sulla riva del torrente poco sotto il ponte, e i popoli primitivi associavano spesso questi fenomeni a manifestazioni divine. Una prima chiesa vi fu costruita nel 1360, mentre il Santuario odierno fu edificato tra il 1650 e il 1700. In corrispondenza della sorgente sulfurea è stata costruita invece una cappella (risalente al 1770). Per scendere alla cappella, oltre che a due scalinate normali, c’è la Scala Santa di 33 scalini, che si percorre recitando ad ogni scalino un Padre Nostro, un’Ave Maria e un Gloria.
Nella zona di Acquasanta si trovano inoltre varie cartiere che sfruttavano l’acqua del Rio Martino, sempre ricco, per produrre la carta. Una di esse, posta poche decine di metri a valle del Santuario, è stata convertita in un “museo della carta”. Per raggiungerlo basta attraversare il ponte sul Rio Martino. Pochi metri dopo, sulla destra, si trova l’indicazione.

Itinerario

Il percorso è stato segnalato dai volontari della FIE con due cerchi rossi vuoti. Dal centro di Acquasanta si imbocca a sinistra la stradina per le Case Giutte. Dopo poco più di un centinaio di metri la si abbandona per deviare a sinistra lungo una ripida diramazione che sorpassa un rio su un ponticello e poi lo risale entrando nella boscaglia. Si imbocca quindi un sentiero che sale tra gli alberi e, costeggiata una recinzione, sbuca su una stradina cementata. Si rimonta la stradina per un centinaio di metri, poi si sale a destra lungo la traccia di un oleodotto. L’oleodotto incrocia una sterrata, sale più direttamente e poi la ritrova poco più in alto.
Si segue la rotabile, ora cementata, in salita, trascurando l’oleodotto. La strada passa accanto ad una casa isolata, poi diventa più ripida e ritorna sterrata. Si lascia a destra il tracciato dismesso del “Sentiero Liguria”, diretto al Giovo Piatto, e si giunge presso una curva. Qui si lascia la strada e si imbocca a sinistra un sentiero che entra nel bosco. Ad un bivio si lascia a sinistra il segnavia “T rossa” diretto a Biscaccia. Seguendo la diramazione di destra, si passa sotto ad un elettrodotto e si continua a tagliare con brevi saliscendi fino ad un altro bivio (quota 370 circa).

A destra si stacca il nuovo tracciato segnalato diretto al Giovo Piatto, indicato da un triangolo rosso vuoto e dalle targhette del Sentiero Liguria.

Si continua a sinistra quasi in piano, sbucando tra campi coltivati e fasce terrazzate poco sotto le Case Leitare di Sopra (380 m circa). Si rientra nel bosco in dolce discesa e, superata una piccola frana, si giunge nei pressi delle Case Tavernino (354 m). Qui il sentiero si biforca nuovamente.

Il sentiero a destra, indicato dal cartello ma non segnalato, passa sotto alle Case Tavernino e giunge alla confluenza tra il Rio Incisa e il Rio Campi, che insieme formano il Torrente Ceresolo. Il prosieguo è disturbato dai tronchi caduti (ottobre 2024): si attraversa il Rio Campi, si passa nei pressi del Mulino Pinollo (raggiungibile con una breve deviazione a destra), poi si continua alla volta della strada che collega le Case Giutte con il Passo del Turchino.

Si piega a sinistra si scende in breve al Torrente Ceresolo, che viene attreversato su un ponticello. Si piega a sinistra e si effettua un lungo traversone con brevi saliscendi (tronchi caduti e rovi invadenti nel primo tratto). Entrati nel castagneto, si continua più comodamente fino ad un altro bivio con cartelli indicatori. Si lascia a sinistra il sentiero che scende a Biscaccia e si piega decisamente a destra: si imbocca una mulattiera, a tratti acciottolata, che supera l’isolata Casa Ciapè e poi giunge alle case in località Castagna (cartelli dell’azienda agricola “nonna Carli”).
Qui si incontra una stradina sterrata che, in pochi metri di salita, porta sullo spartiacque tra le valli del Ceresolo e del Gorsexio (quota 466). Si piega a destra seguendo una stradina asfaltata che aggira a est l’erbosa cima del Bric Ronco. Alla selletta successiva, presso alcune case isolate, la strada si biforca: si imbocca la diramazione di sinistra, che subito diventa sterrata. Si taglia in dolce salita il boscoso versante ovest del Bric Aresci, e se ne raggiunge il crinale poco a settentrione rispetto alla cima.

Sulla cima del Bric Aresci (617 m), raggiungibile con una breve deviazione verso sud, si trovano i pochi ruderi dell’omonimo forte. Il forte, costruito intorno al 1890, faceva parte del sistema difensivo del Passo del Turchino, insieme all’omologo Forte Geremia situato a ovest del valico. Del Forte Aresci rimangono pochi resti a causa di un esplosione avvenuta nel 1914, che distrusse buona parte della costruzione.

Lasciata a destra una diramazione sbarrata, la rotabile prosegue in lieve salita fino ad incontrare la strada asfaltata proveniente dalle Case Giutte. Seguendola verso sinistra per qualche centinaio di metri si raggiunge il Passo del Turchino (588 m).

Il Passo del Turchino è un marcato valico posto sullo spartiacque principale appenninico, e divide i confinanti gruppi del Béigua e della Scaggia. È attraversato dalla stradina che collega Masone ad Acquasanta; la ex-SS456 che collega Ovada a Genova, lo sorpassa qualche decina di metri più in basso, in galleria. La galleria originaria svalicava a quota 532 m, era a senso unico alternato ed era lunga 180 m; tra il 2010 e il 2013 è stata realizzata una nuova galleria a doppio senso, lunga 270 m, che svalica a quota 525 m. Il valico è attraversato in galleria anche dall’autostrada A26 e dalla ferrovia Genova-Ovada. Gode di una certa notorietà per il passaggio della corsa ciclistica Milano-Sanremo.
Da qui è possibile salire verso destra seguendo i segnavia dell’Alta Via dei Monti Liguri fino a raggiungere il Monte Penello. Invece verso sinistra l’AVML sale verso il Bric del Dente e il Passo del Faiallo.

Punta Martìn vista dalla valle del Torrente Ceresolo
Punta Martín vista dalla valle del Torrente Ceresolo (20 luglio 2012)
Cascine nei pressi del Bric Ronco
Cascine nei pressi del Bric Ronco (20 luglio 2012)
Panorama dal Bric Aresci verso il mare
Panorama dal Bric Aresci verso il mare (28 novembre 2021)

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