Passo dell’Abetone – la Verginetta – Libro Aperto

Caratteristiche

Difficoltà: E
Dislivello in salita: Variante “a”: 670 m circa. Variante “b”: 630 m circa
Dislivello in discesa: Variante “a”: 120 m circa. Variante “b”: 80 m circa
Tempo: 2.15 – 2.45 ore
Ultima ricognizione: Agosto 2021

Percorso frequentatissimo, via più breve per salire sul Libro Aperto. Per comode stradette e sentieri si scavalca il boscoso Monte Maiore, poi si esce dalla faggeta e si prosegue tra praterie a mirtillo e rocce fino alla mèta. Dopo la sella della Verginetta sono possibili due varianti: si può seguire il sentiero 00, che rimonta fedelmente il crinale scavalcando il Monte Belvedere, oppure risalire l’alpestre vallone del Rio Borgognoni evitando il Monte Belvedere.

Accesso

a) Proveniendo dall’Emilia, si esce dall’autostrada a Modena e si rimonta la strada statale dell’Abetone fino al valico omonimo
b) Proveniendo dalla Toscana, si esce dall’autostrada a Lucca e si segue la superstrada della Garfagnana fino a Borgo a Mozzano. Qui si imbocca la SS12, che risale la Val di Lima e porta al Passo dell’Abetone (1380 m).

Ampio e marcato valico dello spartiacque principale appenninico, posto al centro di un evidente sdoppiamento di crinale, a dividere i gruppi del Monte Giovo e del Monte Cimone. Già frequentato in epoca romana (vi passava la via Claudia Augusta), nel 1781 venne attraversato da una delle prime strade carrozzabili di concezione moderna, progettata da Pietro Giardini e Leonardo Ximenes per collegare Modena a Firenze. Già frequentato dai turisti nel XIX secolo, il valico ospita la frazione Abetone del comune di Abetone Cutigliano, ed è sede di una delle principali stazioni sciistiche dell’Appennino Settentrionale. Il toponimo deriva da un gigantesco abete che venne abbattuto durante la costruzione della strada Giardini-Ximenes a fine Settecento.

Itinerario

Dal punto di valico si imbocca in direzione nord via dell’Uccelliera, che sale tra le case. Dopo alcune decine di metri si devia a destra lungo una stretta diramazione che entra nel bosco e si innalza in diagonale. Si lascia a sinistra l’imbocco del sentiero CAI 00 (trascurando l’indicazione per il Libro Aperto) e si giunge ad uno spiazzo dove l’asfalto termina (quota 1410 circa); subito oltre una sbarra impedisce il transito dei mezzi privati.

Volendo è possibile seguire il sentiero 00, che si mantiene fedelmente sullo spartiacque effettuando numerosi saliscendi. Lungo il crinale si incontrano numerosi cippi che indicavano il confine tra il Ducato di Modena e il Granducato di Toscana. Rispetto alla sterrata la lunghezza è simile, ma il maggiore dislivello implica un maggiore tempo di percorrenza.

Si oltrepassa la sbarra e si prosegue lungo la comoda sterrata, che taglia in dolcissima salita sul versante sud-est dello spartiacque, tra boschi di faggi e abeti. Percorso circa un chilometro e mezzo, la sterrata ritorna sullo spartiacque presso un’ampia sella con crocevia e area picnic (quota 1453). Qui si ritrova il segnavia 00.

La sterrata principale prosegue a sinistra, attraversando lo spartiacque e contornando a nord il Monte Maiore, per poi tornare con percorso piuttosto lungo alla sella della Verginetta.

Si trascurano le stradine sterrate e si imbocca dritti il sentiero 00, che si innalza in diagonale tra gli abeti. Dopo una curva a destra, una ripida salita porta sul boscoso dorso sommitale del Monte Maiore a quota 1551. Si piega leggermente a sinistra e si evita la cima vera e propria tagliando in piano sul versante settentrionale, poi si inizia a scendere e ci si innesta nuovamente sullo spartiacque. Procedendo tra radure e lembi di faggeta, si raggiunge la sella della Verginetta (1486 m), dove si incontra la strada sterrata abbandonata in precedenza. Si lascia a destra una diramazione e si prosegue dritti lungo la stradina, che effettua una breve salita tra i faggi, poi sbuca in una vasta radura pianeggiante dove il panorama si apre fino ai monti Prado e Cusna; sulla destra sorge il Rifugio Casetta di Lapo (1503 m).

Si tratta di una minuscola costruzione che di solito è chiusa, ma in genere viene aperta nel periodo estivo con funzione di ristorante. Durante la nostra visita di agosto 2021 era chiuso.

Al margine del pianoro erboso si trova un bivio, dove si hanno due possibilità:

a) Si prosegue dritti lungo il crinale, seguendo sempre il segnavia 00 tra erba e arbusti. Si attraversa una macchia di faggi, poi si continua con ampie svolte lungo il costone poco marcato. Man mano che si sale, il costone si fa più individuato e il panorama si amplia; si lascia a sinistra un sentiero di raccordo che taglia verso il Passo delle Mandrie e si continua lungo il filo tra erba e massi. Aggirato un dosso roccioso sul versante emiliano, si giunge alla base della cupola sommitale del Monte Belvedere.
Il sentiero principale aggira la vetta tagliando in piano a sinistra; è però più bello proseguire lungo il crinale e scavalcare il Monte Belvedere (1896 m), sormontato da un antico cippo di confine. Scendendo per prati verso nord-est, si riprende il sentiero segnalato e, in poche decine di metri, si è al Passo delle Mandrie, marcata sella tra le due cime del Libro Aperto.

b) Si gira a sinistra lungo la pista principale (segnavia 495), che sale dolcemente sul versante emiliano ed entra nella faggeta. Si curva a destra, poi si passa accanto ad una presa dell’acqua e si attraversano due piccoli ruscelli.

Dietro alla presa dell’acqua, a poche decine di metri dal sentiero, giace il minuscolo Lago della Risaia (1492 m), in realtà una pozza temporanea che si riempie solamente nei periodi più piovosi. 

L’ampia traccia gira ancora a destra e inizia a salire più decisamente tra radure e macchie di faggi. Usciti definitivamente dal bosco, si risale l’alpestre vallone del Rio Borgognoni, sovrastato a sinistra da pareti rocciose stratificate, e dominato sullo sfondo dalla cima principale del Libro Aperto. Attraversato il piccolo rio, si riceve da destra il sentiero di raccordo con la variante “a”, poi si sale dritti fino ad un secondo bivio, proprio sotto alla cima del Libro Aperto. Si va a destra e, in pochi minuti, si è al Passo delle Mandrie (1858 m); qui si ritrova il sentiero 00 di crinale, percorso dalla variante “a”.

Si gira a sinistra, risalendo il ripido versante erboso sovrastante. Incontrato il sentiero proveniente dal Passo Lancino, si gira a sinistra; procedendo tra rocce affioranti, si guadagna la vetta del Monte Rotondo, massima elevazione del Libro Aperto (1936 m).

Il Rifugio Casetta di Lapo
Il Rifugio Casetta di Lapo (17 agosto 2021)
Il Monte Lagoni visto dal crinale che sale al Monte Belvedere
Il Monte Lagoni visto dal crinale che sale al Monte Belvedere (17 agosto 2021)
Panorama dal Monte Belvedere verso l'Abetone e il crinale dal Monte Giovo al Monte Cusna
Panorama dal Monte Belvedere verso l’Abetone e il crinale dal Monte Giovo al Monte Cusna (17 agosto 2021)
Salendo per il vallone del Rio Borgognoni
Salendo per il vallone del Rio Borgognoni (17 agosto 2021)
Panorama dal Libro Aperto verso est; sullo sfondo il Corno alle Scale
Panorama dal Libro Aperto verso est; sullo sfondo il Corno alle Scale (17 agosto 2021)

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